La voce del parroco

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Un vecchio proverbio recita: Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi! Sarà una mia impressione, dopo 40 anni che sono prete, che ormai anche il Natale sia stare con chi mi pare, sempre meno in famiglia o a casa, anche se i prezzi salgono tra carburanti, viaggi, alberghi e ristoranti oppure sempre con un po’ di famiglia e sempre più con un cane o un gatto e meno con le persone in giro per il nostro paese e Pasqua con l’arrivo della primavera ancora di più. Per i cristiani la Pasqua dovrebbe essere la festa delle feste, la Veglia Pasquale la celebrazione delle celebrazioni e invece i “fedeli più fedeli” vengono semmai al Venerdì Santo o alla Messa in Coena Domini perché invitati i bambini della prima comunione poi a Pasqua si va in giro, anche a trovare qualche parente, ma sempre più a farci “i fatti nostri”. Va così e non sono qui a demonizzare né le vacanze, né un giusto tempo di riposo, ma vorrei far riflettere sul senso della Festa di Pasqua e di tutto il tempo pasquale che per i cristiani dura 50 giorni fino a Pentecoste! Ci dicono i Vangeli che Gesù, il Vivente, che ha sconfitto il peccato ed è morto per la salvezza eterna di ogni uomo, “ritorna” da Risorto dai suoi! Non sarebbe buono e giusto che noi cristiani imparassimo da Gesù e dal Vangelo? Non sarebbe buono e giusto che dedicassimo un po’ del nostro tempo di vacanza e riposo dal lavoro o dalla scuola o dalle necessarie occupazioni per fare un proposito, un “fioretto” (come si diceva una volta) non solo nel tempo della Quaresima, ma a maggior ragione nel tempo di Pasqua, tempo di Vita Nuova, di Speranza e Risurrezione, di Giustizia e di Pace per portare la Buona Novella a persone più fragili e in difficoltà? Non saremmo più coerenti col nostro “essere cristiani”, se oltre alle celebrazioni e alla Messa di Pasqua, che rimane l’unico e ultimo precetto della Chiesa, accanto a questo “dovere” mettessimo anche il piacere di aiutare qualcuno, di portare parole e gesti di carità a chi è solo o malato? Forse se riuscissimo a realizzare un po’ questo avremmo unito al nostro riposo del corpo e della mente una ricchezza e un senso di bene per il nostro cuore e per quello di fratelli e sorelle in difficoltà…e sicuramente potremo dirci “Buona Pasqua” con verità nei fatti. Tanti auguri di buona Pasqua a te, ai tuoi cari e soprattutto alle persone che sono nel bisogno e che voglio ricordare nella mia preghiera pasquale

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Il parroco Don luigi